Xavier Institute for Higher Learning

Hank McCoy ha sempre trovato l’ufficio del preside un po’ troppo austero. Non si è mai trovato del tutto a suo agio qui: non perché finisse spesso nei guai, anzi non ricorda una volta sola in cui il Professore lo abbia chiamato qui per rimproverarlo. Ma del resto il Professore non aveva mai bisogno di alzare la voce, ed anche le critiche telepatiche erano rare.

Anche oggi ne sente l’autorità: se si trovasse in qualsiasi altra stanza, sarebbe come minimo aggrappato al lampadario.

L’unica altra persona nella stanza è Jamie Madrox, alias l’Uomo Multiplo, che sta spostando le proprie cose in una scatola di cartone.

-Non capisco perché tu te ne voglia andare, Jamie. Lascia almeno qualche tuo doppio per coprire qualche supplenza.

-Vorrei fosse così semplice, Hank. Ma mi sono stufato di essere l’unico X-Man a cui interessa ancora la scuola. Ci crederesti che Scott non ha nemmeno risposto alle mie telefonate?

-Sono sicuro che sia colpa delle interferenze elettromagnetiche tipiche di Genosha dopo le ultime elezioni.

-Non è divertente, Hank. Xavier è morto, Magneto governa Genosha, la Scuola è allo sbando…e tu non sai quello che mi ha mostrato il mio doppio, quello che è successo nell’universo MUSA. Messi di fronte alla scelta di ridefinire cosa significa essere un mutante, hanno scelto di isolarsi e di crearsi una propria nazione. Tutto questo deve cambiare…ed io non sono la persona giusta per questo cambiamento. Ammettilo, non sono mai stato la persona giusta per questo lavoro.

-Insomma non c’è niente che io possa fare per convincerti a restare, vero? Solo non diventare un estraneo.

I due si scambiano una stretta di mano, dopodiché Madrox recupera la scatola e si allontana. Appena prima di uscire, si raccomanda:

-Oh, Hank? Se dovessi incontrare Scott prima di me, dagli un pugno in faccia. Lui non sa perché, ma in un altro universo se lo merita.

Madrox lascia l’ufficio, ed Hank McCoy si ritrova da solo nell’ufficio che è stato un tempo di Charles Xavier.

Appese alle pareti ci sono foto che ritraggono tutte le classi di tutti gli anni. Amici e compagni di lotta, alcuni persi di vista ed altri che hanno compiuto il sacrificio definitivo. Una foto ha un posto particolare: sulla scrivania, sempre di fronte al Professore quando lavorava.

Ritrae Xavier assieme a cinque adolescenti con poteri straordinari: Scott, Jean, Bobby, Warren ed Hank stesso.

Hank McCoy alias la Bestia si siede su quella sedia, sentendosi tutto il peso del mondo sulle spalle. Ma ogni sguardo a quella foto lo alleggerisce un po’.

 

 

 

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#6

Marvel IT Presenta

Cambio della guardia

Fabio Furlanetto

 

testi

 

rossointoccabile 

 

supervisione

 

Carlo Monni  

 

supervisore capo

 

Mr. T 

 

Presidente

 

Con:

Hank McCoy (Bestia)

Noriko Ashida (Surge)

Jamie Madrox (Uomo Multiplo)

Cessily Kincaid (Mercury)

Theresa Rourke Cassidy (Siryn)

Abigail Boylen (Cloud-9)

Sooraya Qadir (Dust)

 

Julian Keller (Satiro)

 

Santo Vaccarro (Rockslide)

Kevin Ford (Wither)

Amadeus Cho

 

 

Amadeus Cho non apprezza particolarmente di essere l’unico studente a non avere un compagno di stanza, ma almeno una cosa è positiva: può restarsene quanto vuole a lavorare ai propri progetti mentre ascolta musica, senza che nessuno lo disturbi.

Quasi tutta la ferraglia che si può recuperare alla Scuola è sparsa sul pavimento, ed Amadeus sta lavorando con una saldatrice che si è dovuto costruire da solo. Con la musica negli auricolari e gli occhiali da sole a proteggerne la vista, è isolato dal mondo.

L’ultima cosa che si aspetta è che qualcuno gli appoggi una mano sulle spalle e lo scuota leggermente per attirare la sua attenzione. Per reazione istintiva si volta puntando la torcia laser verso il proprio aggressore, ma i trova a fronteggiare solo qualche granello di sabbia avvolto nel vento.

Dust si riforma a debita distanza; l’abaya rende difficile rendersi conto se anche lei si sia spaventata.

-Sooraya, mi hai fatto venire un colpo!

-Scusa, ho provato a chiamarti ma sembravi immerso in un altro mondo. A che cosa stai lavorando?

-A niente – mente Amadeus, spostando l’oggetto in mezzo alla montagna di confezioni ormai vuote di cibo spazzatura. A Dust sembrava un guanto metallico, ma non è importante al momento.

-Dopo la battaglia con Proteus mi sono venute in mente un po’ di idee; non mi è piaciuto restare in disparte in quel modo mentre voialtri affrontavate un mostro simile. Come sta Noriko?

-Non ne parla, ma credo si sia ripresa dalla possessione. Amadeus, dovresti vedere…aspetta, non c’era una TV nella tua stanza?

-L’ho smontata. Non ti facevo il tipo da TV, Sooraya.

-Devo fare pratica con l’inglese. C’è uno speciale sulla CNN che dovresti vedere, ma ormai sarà quasi finito.

-Aspetta – risponde Amadeus, recuperando il lettore MP3 ed iniziando a lavorare sui suoi controlli.

Il piccolo dispositivo emette una immagine tridimensionale del servizio, per quanto sfocata.

-Dove hai comprato una cosa del genere? Varrà una fortuna – si stupisce Dust.

-Non era in 3D quando l’ho comprato. Ho fatto qualche modifica – risponde Amadeus, che sta già seguendo con interesse le immagini.

Mostrano diversi eroi, non più vecchi di Amadeus, ripresi durante una battaglia con terroristi che usano armi ad alta tecnologia.

-Si fanno chiamare i Giovani Vendicatori.

-Figurarsi. Come se noi ci facessimo chiamare “giovani X-Men”, ma dai…

-Credo dovresti unirti a loro.

 

Ci sono tre tipi di materie alla Scuola Xavier. Le materie “normali” che potreste immaginarvi in un qualunque liceo, tipo storia o matematica.

Poi ci sono le materie che hanno studiato tutti gli X-Men: lavoro di squadra, tattiche di battaglia, combattimento eccetera. Ed infine ci sono materie che insegnano come gestire il proprio potere mutante. Naturalmente non tutti gli studenti della stessa classe frequentano lo stesso corso: un telepate seguirà un corso di controllo mentale, per esempio, mentre un telecineta potrebbe dover seguire un corso di volo.

Piotr Rasputin, meglio conosciuto come Colosso, insegna una materia per ognuno di questi tipi: arte, combattimento superumano e trasmutazione corporea.

Quest’anno in questo corso ci sono solo due studenti: Cessily Kincaid alias Mercury e Santo Vaccarro alias Rockslide, e nessuno dei due è particolarmente entusiasta né del corso né della compagnia.

-Il cervello umano può essere condizionato a controllare funzioni corporee che normalmente sono gestite del tutto inconsciamente – inizia a spiegare Piotr – Ma è necessaria una vita di studi ed esercizi per controllare anche solo una minima parte…per un normale essere umano. Il vostro potere vi dona una capacità che non tutti i mutanti hanno: controllare le molecole del proprio corpo.

Rockslide si stacca una mano dal braccio, alzandola poi in aria per attirare l’attenzione dell’insegnante.

-Dimmi pure, Santo.

-Rockslide. Lei non può fare questo, vero prof? Come fa ad insegnarci ad usare meglio un potere che lei non ha?

-Lascialo parlare – lo redarguisce Mercury – E poi cos’è questa fissa di potersi staccare i pezzi? La fai sembrare come una gran cosa.

-Mercury, hai mai provato ad usare il tuo potere in quel modo? – chiede Piotr.

-Sicuramente non in pubblico! – interviene Rockslide prima che la ragazza possa rispondere, lanciando poi la propria mano mozzata sul banco di lei.

Rockslide si guadagna uno sguardo torvo da parte del professore, la cui pelle si trasmuta in metallo. Non sono necessarie altre parole.

-Scusa – è l’unica parola rilasciata dal gigante di pietra.

-Anche il mio corpo è stato modificato dalla mia mutazione, ma io sono sempre stato in grado di tornare di carne e sangue; per me, è un riflesso istintivo. Voi siete invece bloccati in modo permanente nella vostra forma attuale…roccia o metallo che sia. Insieme, cercheremo di capire se sia possibile cambiare il vostro stato attuale. Domande?

-E se non ci riusciamo? – chiede Mercury.

-Non c’è niente di male ad essere diversi dal resto dei mutanti – risponde Colosso.

-Purché non si sia veramente diversi – mormora Rockslide.

 

In un’altra stanza della Scuola, Amadeus Cho spegne il trasmettitore olografico. E’ difficile interpretare interpretare l’espressione di Dust, dato che il suo Niqāb ne lascia scoperti solo gli occhi.

“E tu vorresti fare il super-eroe se una cosa del genere è un problema?” si chiede il ragazzo, ma la vera domanda che pone ad alta voce è:

-Stai scherzando, vero? Sono negli X-Men adesso, non ho bisogno dei Giovani Vendicatori.

-Ti sei iscritto alla scuola perché non c’era nessuno che ti potesse insegnare a fare l’eroe; sembra che loro se la cavino abbastanza bene da soli. Potrai unirti a loro senza dover fingere di essere un mutante. Sei già più intelligente di tutti i professori…per te quasi tutte le lezioni sono una perdita di tempo.

-Puoi anche dirlo, Sooraya, ti dà fastidio che io stia alla Scuola anche se non sono un mutante vero?

-Amadeus…sono cresciuta in un paese dove potevo essere lapidata per essere andata a scuola solo perché sono una ragazza, figurati una mutante. So benissimo cosa voglia dire fingere di accettare la situazione solo perché temi cosa penserebbero gli altri se tu seguissi la tua strada. Tu vuoi essere un eroe, giusto? Non hai bisogno dell’approvazione di nessuno per esserlo. E poi…

Amadeus è certo che Dust sorrida prima di proseguire la frase.

-…se Rockslide e Satiro sapessero che ti unisci ai Vendicatori, morirebbero d’invidia.

 

New York City

Il negoziante non fa molto caso alla ragazza dai capelli biondi che è appena entrata. Dovrebbe forse farle notare che a quest’ora dovrebbe essere a scuola, ma è stato un adolescente anche lui e poi questi non sono affari suoi.

Layla Miller sa perfettamente che lui la sta fissando: cose inevitabili quando hai una M tatuata su mezza faccia. Lancia un’occhiata alla porta d’ingresso, dove due donne si sono già posizionate per impedirle di scappare. Probabilmente anche l’uscita sul retro è controllata.

Ma per salvarsi la vita, ha già recuperato tutto quello di cui ha bisogno: un’agenda tascabile, una matita ed una confezione di gomme da masticare. Layla sa cosa fare, ma non sa se ha abbastanza tempo.

Si avvicina lentamente alla cassa, scrivendo rapidamente qualcosa sull’agenda. Sorride anche al negoziante, estraendo la gomma ed iniziando a masticarla pur continuando a fissarlo.

-Hai intenzione di pagare? – si decide a chiedere l’uomo.

-Sì, ma non penso che i robot me lo lasceranno fare – risponde Layla.

Proprio allora le due donne entrano nel negozio: esattamente identiche, si muovono all’unisono nei loro vestiti più adatti ad una discoteca che a questo quartiere.

Layla strappa la pagina dell’agenda e la intasca, subito prima che una delle due donne la afferri per un braccio ed inizia trascinarla con forza verso l’esterno.

-Hey, un secondo – inizia a protestare il negoziante.

Una delle due gemelle su volta verso di lui, prima con sguardo glaciale e poi con raggi laser che fondono la cassa.

Layla non dice niente: sa benissimo come andranno a finire le cose. Si limita ad appiccicare la gomma al foglio di carta e gettare entrambi a terra, sapendo di essersi appena salvata la vita.

 

Un minuto dopo, quando Layla è già stata trascinata a forza su una limousine già sparita chissà dove, un uomo dai capelli biondi esce dal bar di fianco al negozio e calpesta la gomma da masticare caduta sul marciapiede. Per colpa della gomma, aspetta un attimo di troppo per chiamare un taxi.

Se non fosse stato per quella gomma, Alex Summers sarebbe già diretto alla Scuola Xavier. Layla lo sapeva, così come sapeva che Alex avrebbe letto il biglietto subito dopo averlo staccato dalla suola della scarpa.

 

Xavier Institute for Higher Learning

E’ una mattina fuori dal comune per la Scuola: prima le lezioni sono state annullate, poi tutti gli studenti e l’intero corpo insegnanti si sono radunati nel cortile.

Le voci si sovrappongono l’una all’altra in una confusione assordante, nonostante ci si trovi all’esterno: nessuno ha veramente idea di che cosa sia successo.

Ci sono voci di un attacco da parte delle Sentinelle, c’è chi spera nella notizia che Xavier non sia veramente morto e c’è chi teme che tutta la Scuola sarà trasferita a Genosha.

Una classe in particolare si è radunata in disparte dagli altri. Amadeus Cho ha già con sé le valige, pronto ad andarsene dopo aver sentito che cosa sta succedendo.

-I Vendicatori? Che figata – commenta Rockslide.

-Stai solo attento a non farti cacciare fuori – è il saluto di Satiro, ed è la cosa più vicina ad un augurio che Amadeus si aspettava.

-Buona fortuna; te lo sei meritato – gli offre la mano Wither, ma Amadeus non fa in tempo a stringerla prima che Mercury lo abbracci dicendo:

-Mi mancherai.

Cloud-9 si avvicina, cercando il coraggio di dire qualcosa ma fermandosi per colpa dell’abbraccio di Mercury e mormorando:

-Fatti sentire.

-Hey, se ci sono tutte queste smancerie, io mi unisco ai Fantastici Quattro! – proclama Rockslide.

-Non rovinare il momento. Buona fortuna, Amadeus – saluta Dust inchinando leggermente il capo, gesto che Amadeus ripete senza parole: non c’è bisogno di dire nulla.

-C’è niente che io possa dire per farti restare? – interviene l’ultima compagna di classe, Surge.

Amadeus riflette prima di rispondere, ed essere la settima persona più intelligente del mondo non rende le cose più facili che per un qualsiasi ragazzo. Aveva sperato di poter andare oltre l’amicizia con Surge, ma le cose non sono andate proprio per il verso giusto visto che invece di aiutarla a controllare i suoi poteri l’ha quasi uccisa.

-Il mio posto non è più qui. Ma non significa che mi dimenticherò di voi, ragazzi; questo è per voi – conclude, consegnando un dispositivo non più grande di  un auricolare.

-Con questo potrete comunicare con me in qualsiasi momento, non importa che io sia dall’altra parte del pianeta. Posso non essere più un X-Man, ma farò sempre parte di questa classe.

-La vostra attenzione, prego – interviene una voce femminile così potente da poter zittire un concerto, ed i suoni si placano rapidamente.

 

Syrin lascia la parola ad un uomo il cui folto pelo blu, tenuto a malapena in ordine nell’elegante doppio petto, attirerebbe l’attenzione in qualsiasi altro posto. Anche per questo, Henry McCoy alias la Bestia si sente a casa nonostante detesti le occasioni ufficiali.

-Più di dieci anni fa, uno degli uomini più onesti e coraggiosi che io abbia mai incontrato ha aperto questa scuola. Ho combattuto al fianco di eroi, leggende viventi e divinità, ma all’epoca molti di loro avrebbero considerato l’idea di una scuola per mutanti come un sogno impossibile da realizzare. Quando si linciavano mutanti in mezzo alla strada, Charles Xavier decise che avrebbe cambiato il mondo. E guardandoci indietro, possiamo dire che lo ha fatto. Senza di lui, nessuno di noi potrebbe dichiarare a testa alta “io sono un mutante” senza aspettarsi di dover poi difendere il proprio diritto ad esistere. Anche se il suo sogno non si è ancora del tutto realizzato, sono convinto che Charles Xavier sarebbe fiero di questa scuola. Sarebbe fiero di quello che ha fatto il professor Madrox durante la sua assenza, così come prego che possa essere fiero di me come nuovo preside di questa scuola. Eppure…-

La Bestia fa una pausa nel proprio discorso, sia per lasciare che il vociare suscitato dalla notizia si plachi sia per farsi coraggio prima di compiere il passo successivo.

-Eppure il Professore ha sempre cercato di insegnare ai suoi studenti di pensare con la propria testa, di mettere in discussione qualsiasi pregiudizio. E guardando agli ultimi anni, è facile vedere come i mutanti si sono isolati sempre di più dal resto del mondo. Creiamo le nostre squadre di eroi, fondiamo le nostre nazioni, insistiamo perché ci lascino in pace. Fingiamo che esista un mondo per i mutanti ed un mondo per gli umani, non un mondo solo come Xavier ha provato ad insegnarci. Lo scopo della Scuola non è sempre stato quello di promuovere l’integrazione? Ma che integrazione possiamo avere, rinchiudendoci nel nostro ghetto per paura di perdere la nostra identità? Forse penserete che sia impossibile. Ma abbiamo cambiato il mondo in questo decennio, e non abbiamo ancora finito di cambiarlo. Anche io voglio che i miei studenti pensino con la propria testa, ed è per questo che voglio la vostra opinione. Credo che questa scuola debba continuare ad avere insegnanti e studenti con capacità eccezionali, ma che non debbano essere necessariamente mutanti.

 

Quando la Bestia ha finito di pronunciare quest’ultima frase, sia gli studenti che gli insegnanti non possono fare a meno di cercare di intervenire.

Durante il caos che si scatena, Amadeus Cho si allontana indisturbato senza suscitare scalpore. Gli dispiace non poter vedere con i propri occhi come si evolverà la situazione, ma di una cosa può essere certo: ci sono tempi interessanti in arrivo per la Scuola, ma i suoi amici non hanno più bisogno di lui.

Si era iscritto alla Scuola perché sperava di cambiarla e far uscire gli X-Men dall’isolamento: ora non solo sembra che si siano decisi a farlo da solo, ma Sooraya gli ha fatto capire che anche lui si stava limitando.

Quando raggiunge il cancello, la sua mente iperattiva è già mille chilometro più in là. Impiega anche più di un secondo a riconoscere l’uomo dai capelli biondi che sta per suonare alla porta.

-Mi sa che sei in ritardo, Havok – lo saluta.

-Come fai a sapere chi sono? – chiede Alex Summers alzando un sopracciglio.

-Sono un genio. E poi non avevi una maschera né con X-Factor né con Worldwatch.

-Non credevo se ne fosse accorto nessuno. Sei uno studente?

Amadeus si concede un’ultima rapida occhiata alla Scuola, prima di rispondere.

-No. Sono solo passato a salutare degli amici.

Il ragazzo prosegue sui propri passi, mentre Havok estrae un biglietto dalla tasca dei pantaloni. C’è scritto:

“Sono stata rapita da Arcade, per favore avverti gli X-Men. E salutami Amadeus”

E’ firmato Layla Miller.

 

 

CONTINUA !